un ricordo poetico di Giuliano Scabia e della sua arte
con Annibale Pavone
consulenza drammaturgica Andrea Mancini
produzione Orizzonti Verticali/Fondazione Fabbrica Europa
È bellissimo l’andare. È
luce. Andar via, tornare. Trovare
tracce, orme, odori – occhi
in attesa di guardare. Vedere
dentro l’ombra.
Giuliano Scabia, da Canto del crinale, in Canti del guardare lontano (2012)
In uno splendido giardino gli scritti di Giuliano Scabia trovano rifugio e protezione, per essere visitate, sfiorate, recitate. Così le sue parole “vaganti” saranno ascoltate ancora e ancora, in un “infinito andare”…
«far parlare le cose, farle camminare nell’aria, nel vento, nel fiato dell’anima. La natura, paesaggio, acque, fiumi, mare, alberi, bosco, bestie, corpo, tutto è anima. E anima è anche l’amor carnale, il balbettio e l’estasi dell’Eros» G. Scabia
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