BIANCHISENTIERI_DE VULGARI ELOQUENTIA

Rassegna Castelnuovo Estate 2022
Certosa di Pontignano, Castelnuovo Berardenga (SI)

rilettura d’attore da Dante Alighieri Virginio Gazzolo
ideazione Tuccio Guicciardini, Patrizia de Bari
coreografia Patrizia de Bari
danza Jennifer Lavinia Rosati
composizioni originali Sabino de Bari
costume Rosaria Minneci
con il sostegno di MiC_Ministero della Cultura, Regione Toscana

Bianchisentieri è una coproduzione Giardino Chiuso, Fondazione Fabbrica Europa
con il patrocinio di Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale

in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo onlus

“Sono una traghettatrice impalpabile, sfuggente, come un animale, un animale raro e diffidente. Trascino con me pagine e pagine di scrittura: parole, segni, speranze, sapere, sogni, visioni, appelli, e pagine, pagine, qualcuna bianca, ancora pura da essere solcata da un tratto che illumini, che innamori e ravvivi le menti o alimenti i ricordi.
Il mio destino, il mio percorso… le mie tracce… al mio passaggio prendono forma come nei sogni, assumono una fisionomia concreta, reale, più reale dei sogni.
Il mio carico è prezioso, delicato, faticoso.
Questo trascino, questo destino che mi condanna a fuggire da luoghi persi immediatamente dalla mia memoria, pronta per accogliere fugacemente altre facce, altri visi, altre espressioni, altri paesaggi. Felice, delusa, ridente o piangente, non importa, il mio destino è scritto nelle (mie) pagine compagne di questo viaggio. Scappo, per sempre, dai luoghi, dal tempo, lasciando tracce dietro di me al mio passaggio.”

I “Bianchisentieri” percorsi dalla traghettatrice hanno come finalità il tema della conservazione e della trasmissione della memoria del nostro patrimonio culturale. La trasposizione in un’immagine evocativa dà vita ad un “animale” raro, forse già scomparso, che trascina un abito costruito con pagine di libri oramai dismessi, pronti per il macero, come simbolo della memoria del passato e depositari del sapere. Le tracce lasciate dal suo passaggio prenderanno forma, come nei sogni, assumendo una fisionomia concreta; rinasceranno desideri, curiosità e voglia di conoscenza. Bianchi come i fogli e Sentieri come i solchi della scrittura, fonte primaria della trasmissione e del sapere.

In questo luogo, nella certosa di Pontignano, la nostra viandante incontra uno dei più grandi poeti italiani, il padre della lingua italiana, Dante Alighieri. L’incontro è necessario al suo carico di pagine, necessario al suo viaggio e al suo scopo, alla sua missione. Un assorbimento letterario e “umano” indispensabile per la memoria che va trasportata e divulgata, attraverso le tracce e gli incontri che il viaggio prospetta e impone.
Le parole di Dante Alighieri si materializzano grazie alla voce di Virginio Gazzolo che ne amplifica l’udibilità, regalando alla traghettatrice un altro carico faticoso ma prezioso da veicolare nel suo percorso. Un incontro fantastico, quasi animalesco, dove la ricerca di una lingua italiana per Dante era la prima necessità. Così la definisce nel ‘300: «una pantera dall’alito profumato che si aggira per tutte le nostre regioni, ma in nessuna fa la sua tana». Lui troverà una soluzione alla nostra storia. Con il De vulgari eloquentia inizia la caccia su e giù per la Penisola, alla ricerca del dialetto più gentile ed efficace, che prevalendo, possa unificare il parlare di tutti gli italiani. Quale di essi merita il titolo di nostra eloquenza?
Nessuno, dice Dante. E con divertita malizia ci fa ascoltare gli “ignobili barbarismi” del Lombardo, Siculo, Romagnolo… Sono quattordici le regioni che esplora, inutilmente. Forse il Toscano? «Un turpiloquio da ubriachi!» E dunque siamo dannati, in questo nostro piccolo Paese, a intenderci poco e male? E – divisi dalla lingua – a restare un insieme di genti sospettose l’una dell’altra e in perenne lite? È così, sembra essere la conclusione. E tuttavia… Dante ha una sua trappola per acciuffare la sfuggente, italofona pantera: si chiama “poesia”. Perchè, dice, senza il paziente lavoro dei poeti sulla parola, una lingua non nasce, e senza lingua comune un popolo non esiste, né si fonda una nazione.

L’ascolto è stato perpetuato, le informazioni assorbite, le parole declamate, la scrittura assimilata. I Bianchisentieri potranno adesso continuare il proprio percorso interminabile. Le tracce sono già state marcate. Questa “rilettura d’attore” del De vulgari esordì in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, al festival Dante2021 di Ravenna, col patrocinio dell’Accademia della Crusca. Virginio Gazzolo, già premio Dante-Ravenna 2013, presta ancora una volta la propria maestria di interprete alla parola dantesca e Bianchisentieri, nel suo continuo peregrinare, incontra la parola di Dante, in una perfetta alchimia.
Una narrazione coreografica e simbolica rappresentata attraverso la danza in un intersecarsi di linguaggi accomunati da una stessa matrice, che passa dalla parola scritta, evocata, a quella parlata e filtrata attraverso l’arte della recitazione.

“Uno strano essere (animale? vegetale?) si aggira fra di noi, umani del 21° secolo, trascinandosi dietro un fardello di segni alfabetici privi di senso, testimonianza di una sapienza perduta: geroglifici che, danzando in silenzio, si uniscono fino a tracciare il disegno di parole antiche.” (Virginio Gazzolo)

La performance Bianchisentieri muta a seconda dei luoghi da cui trae ispirazione e che suggeriscono, di volta in volta, nuove partiture coreografiche, sonore e video ed è stata allestita all’interno di biblioteche, musei, teatri, spazi urbani e altri luoghi; l’artista Andrea Montagnani crea, a seconda degli allestimenti, la parte video. E’ stato rappresentato per la prima volta nelle foreste secolari del Cansiglio e Somadida con il sostegno del Corpo Forestale dello Stato/Riserva Biogenetica del Cansiglio partecipando a Insilva, un progetto per la valorizzazione delle risorse ambientali, collaborazione che continua tutt’oggi. Nel 2016 inaugura il nuovo Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato in occasione della mostra “La fine del mondo” e nel 2020 diviene motivo ispiratore per la nuova edizione del festival Orizzonti Verticali_arti sceniche in cantiere (San Gimignano), con il progetto Sentieri di carta, dal titolo di una pubblicazione dello scrittore Sebastiano Vassalli con il quale la compagnia ha collaborato a più riprese negli anni e gentilmente concesso per l’occasione dalla casa editrice Pulcinoelefante. Nel 2021 Bianchisentieri riceve il riconoscimento dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale. La collaborazione con Virginio Gazzolo al progetto Bianchisentieri si concretizza al festival Dante2021 a Ravenna (2021) e prosegue tutt’oggi.

+ info teatrovittorioalfieri.com

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